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L’Arte del sogno

L’Arte del sogno

Riflettevo oggi su quanto sia difficile perseguire i propri sogni, in particolare per chi fatica a focalizzarli, chi ne sente appena il retrogusto e chi vorrebbe averne ma la rassegnazione ha fatto piazza pulita. Perseguire i propri obiettivi può suonare come uno slogan “povero” di contenuti eppure tante volte è davvero l’unico inizio possibile, certo solo l’inizio…

Lo sforzo di mettere a fuoco il proprio sogno e capire se e come sia possibile costruirci intorno qualcosa, che sia un lavoro appassionante o piuttosto cambiare visione e aspettative rispetto a ciò che ci rendeva insoddisfatti, non è insomma poca cosa.

Naturalmente tutto ruota intorno alla capacità di entrare in contatto con le proprie emozioni. Attività che si può scegliere di fare nella propria solitudine o chiedendo un supporto esterno.

Tutti abbiamo dei sogni da raccontare, anche quelli che al mattino non li ricordano!

Noi siamo della materia di cui sono fatti i sogni, e le nostre piccole vite sono circondate da un grande sonno.
William Shakespeare ” La Tempesta ”

 

L’Arte del sogno

film del 2006 di Michel Gondry

Splendido tappeto sonoro per questa favola di cellophane “The science of a sleep” che mi ricorda incredibilmente “La casa del sonno” di Coe, la protagonista narcolettica di quello come il giovane Stéphane “schiavo” dei suoi sogni.

Gondry, superata la discrasia fra presente e passato di Eternal sunhine, qui rappresenta il viaggio interiore nell’immaginario, ma il filo conduttore è sempre il piano affettivo, l’amore, il cuore… che confonde, destabilizza e crea squilibrio raddoppiando i livelli rappresentativi e quelli narrativi.

Sviluppando l’idea del video Everlong dei Foo Fighters, Gondry mette al centro un percorso della mente, continuamente in bilico fra onirico e reale senza soluzione di continuità, l’elemento onirico invade una realtà fatta di pupazzi meccanici, incredibili macchine del tempo capaci di indietreggiare di due secondi, trasmettitori del pensiero e artifici che interagiscono con gli attori creando l’illusione di un sogno ad occhi aperti.

La disinvoltura con la quale Stéphane passa dalla realtà al sogno, sembra parlarci della inutilità della distinzione fra questi piani a discapito piuttosto del piano dei sentimenti con le sue assenze, le sue mancanze, i desideri frustrati, la sofferenza che attende dietro l’angolo… Fino al finale di dubbio sapore, amara tristezza o tenero ottimismo.

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