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Le mille e una storia

Le mille e una storia

Un modo che usiamo per capire quale sia la nostra Reputation è quello di scoprire come le persone ci descrivono. Possiamo “googlare” il nostro nome o diventare invisibili per ascoltare gli altri parlare di noi quando noi non ci siamo: “Cosa si dice di te quando non sei nella stanza?”.

Alle volte abbiamo anche la fortuna di ricevere feedback espliciti, persone che nelle occasioni più insolite ci restituiscono una fotografia di noi e questo è davvero un dono prezioso.

Qualcuno in un’intervista mi ha chiesto come trovare un titolo che sintetizzasse il mio interesse e passione per le storie. Così è uscito: Le mille e una storia di/con Antonia. Niente di particolarmente originale ma mi ha fatto pensare. Il tratto che mi entusiasma più di tutto è vedere sciogliere una matassa di nodi, accorgermi che le persone sono disposte e motivate e trovare il filo giusto da tirare e faticano a sciogliere tutti i grovigli che ne impediscono l’adeguata narrazione.

Capire che il fascino delle storie avesse un senso professionale nella mia vita è stata una bella scoperta. Come quando percepisci la presenza di un fil rouge che tiene collegato tutto e che rappresenta la mia competenza maggiore: aiutare gli altri a districare i loro nodi e costruire le loro storie professionali.

Il potere delle metafore, delle storie, non è facile e può spaventare perché obbliga a mettersi allo specchio, a vedere quello che sei e non quello che ti racconti di essere.

Scegliere di affrontare questo percorso di co-costruzione della propria narrazione delle competenze e dei desideri significa assumersi una responsabilità rispetto al proprio iter organizzativo e diventare consapevoli dei potenziali cambiamenti strategici, della necessità di ri-pensare se stessi e i contesti e di accettare una lettura plurale delle dimensioni che ruotano intorno al proprio lavoro come qualcosa di dinamico e in evoluzione.

Puoi provare a usare le storie come un tuo superpotere?

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